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"Leggendo l'imponente antologia di Guidoni, dal titolo di una semplicità ingombrante, sono stato condotto fra le 'colonne' della poesia delle Penisola 'galoppando' sulla linea oramai canonizzata che ha la base in Dante e le cime senza confini in Leopardi e Ungaretti. La poesia di Guidoni assume una sorta di rifiuto programmatico di tanti sperimentalismi odierni e si configura decisamente fuori moda: niente delle impudiche esercitazioni millenariste, ma un acutissimo senso della semplicità, nel significato schilleriano del termine; una poesia di sferzanti notazioni, vuoi 'sensazioni' non-mediate del vissuto, se si potrebbe dire, 'in vivo', vuoi 'visioni', prendendo, spesso, forme apodittiche che conducono il discorso lirico a un livello di pura essenzialità. Una poesia che fluttua fra una tematica legata all'impegno scientifico e il tema dell'introspezione proiettata... all'oggettività universale, per cui parlando di 'sé', l'autore parla dell'uomo 'in sé'. La vera sfida della poesia di Guidoni consiste nella formula che definirei colla sequenza espressiva di un 'tatto poetico dell'essere'. Ovvero, heideggerianamente, dell'Esserci." (Il curatore)